Un futuro nuovo per l’Italia. Anche con la cannabis.

In questo grave momento della nostra storia, della nostra comunità è opportuno mettersi a disposizione. Ciascuno secondo le proprie possibilità.

Noi siamo favorevoli alla legalizzazione della cannabis. Siamo semplici consumatori, imprenditori, cittadini, con incarichi istituzionali o meno. Siamo operai, partite iva, stagisti e vigili del fuoco. Siamo pazienti di gravi malattie, medici e infermieri. Siamo studiosi, insegnanti e accademici. Siamo economisti, avvocati, magistrati e giuristi. Siamo nonni, genitori e figli.

Mettiamo oggi a disposizione le nostre idee e le nostre conoscenze. Le nostre sono proposte basate sulle evidenze che portiamo all’attenzione di tutti per contribuire al futuro del nostro paese.

Siamo convinti che la regolamentazione legale dell’uso ricreativo della cannabis possa dare una spinta decisiva all’economia del nostro paese, possa migliorare il nostro sistema giudiziario, possa dare maggiore sicurezza nelle città e garantire maggiore giustizia sociale alle nostre comunità.

Una pianta, la canapa, che cresceva rigogliosa nelle nostre campagne fino agli anni ‘60, e che fa parte della tradizione dei nostri nonni e dei nostri avi. Una coltura che ha disegnato il territorio di molte province italiane, e che oggi potrebbe tornare a portare ricchezza a tutto il paese.

La guerra alla cannabis, oltre che sbagliata non ha avuto alcun effetto sul consumo e sul narcotraffico, rivelando il suo totale fallimento negli stessi obiettivi che si era data. Parliamo di un fatturato stimato fra i 4 e i 10 miliardi di euro l’anno oggi completamente in mano alle narcomafie.

Una volta resa legale un’intera filiera potrebbe rinascere, pagare le tasse allo Stato e distribuire ricchezza nel territorio. Avremo risorse per fare prevenzione sull’uso non controllato di tutte le sostanze e per fare educazione nelle scuole. Potremo investire nella sanità pubblica e di qualità, nella prevenzione e nell'assistenza domiciliare. Sottrarremo milioni di persone dal contatto con l’illegalità da un lato e dalla repressione insensata dello Stato dall’altro. Garantiremo la libera scelta individuale con la possibilità di autoproduzione, anche sociale. Potremo assicurare a tutti i malati che ne hanno bisogno la propria terapia, di alta qualità, certificata e prodotta in Italia, senza più importare quintali di medicinali dall’estero. Avremo forze dell’ordine libere dall’inseguire piccoli spacciatori e in grado di perseguire i grandi criminali. Avremo un sistema giudiziario alleggerito di centinaia di migliaia di processi l’anno. Le nostre carceri sarebbero meno sovraffollate.

Potremo dare speranza a centinaia di migliaia di giovani e meno giovani occupati in un settore in crescita esponenziale a livello mondiale. Avremo trovato una strada di sviluppo nel solco degli obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030 dell'ONU. Una opzione che non aumenta i consumi, che riduce i rischi e che permette un governo sociale ed un uso responsabile della sostanza più utilizzata e normalizzata in Italia.

E’ finito il tempo dell'ipocrisia ideologica. La gravità della crisi ci impone radicalità nelle scelte per dare un futuro all’Italia. Noi offriamo questa opzione.

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